Tra le novità più importanti del Regolamento (UE) 848/2018 vi è la possibilità di attuare la Certificazione di Gruppo, verso la quale sono da sempre poste speranze per il futuro dell’agricoltura biologica.

I principali vantaggi della Certificazione di Gruppo sono la semplificazione dei controlli e la riduzione dei costi per gli Operatori Certificati. Se ciò può essere una spinta per lo sviluppo di questo tipo di certificazione bisogna considerare che i benefici non si fermano al singolo operatore, ma ricadono sull’intero territorio gestito dal Gruppo. La Certificazione di Gruppo promuove un sistema di produzione agro-alimentare sostenibile in modo diffuso sul territorio, rafforzando le reti produttive locali e contribuendo a mantenere e migliorare la fertilità del suolo, la biodiversità e la resilienza al cambiamento climatico.

In sintesi, lo schema di Certificazione è basato su un Gruppo di Operatori che nomina un Gestore, il quale sviluppa e applica un Sistema di Controllo, che deve garantire la conformità del sistema di produzione al Regolamento Europeo attraverso le visite di Ispettori Interni e la compilazione di Documenti. In un secondo momento, l’Organismo di Certificazione svolgerà visite ispettive a campione sui membri del Gruppo e dopo aver controllato la conformità dei Documenti procederà con il rilascio del Certificato di Produzione Biologica. Questo tipo di certificazione può essere applicato esclusivamente a piccole aziende agricole (vi sono grandi limiti nella superficie aziendale o nel fatturato di ciascun membro) che istituiscono un sistema di commercializzazione comune dei prodotti. In questo contesto ben si inserisce la realtà dell’Altopiano di Asiago, dove i malgari non percepiscono alcun reddito diretto derivante dai pascoli permanenti e tutta la superficie risulta certificabile attraverso questo schema.

I presupposti per una Certificazione di Gruppo dei pascoli dell’Altopiano di Asiago partono già nel 2017, con la costituzione del Biodistretto BioAltopiano. In quest’area naturalmente vocata all’agricoltura biologica, il Biodistretto rappresenta tutt’ora un modello di gestione sostenibile delle risorse, che valorizza il patrimonio agro-ecologico della zona attraverso uno sviluppo rurale etico e la sinergia tra cittadini, operatori turistici, Istituti scolastici, associazioni e pubbliche amministrazioni. Nel 2020, ancora prima dell’entrata in vigore del Regolamento (UE) 848/2018, l’Organismo di Certificazione Valoritalia ha proposto nell’area del Biodistretto un progetto sperimentale sulla Certificazione Biologica di Gruppo. L’idea è di costituire un gruppo di operatori composto dalle 76 malghe di proprietà delle Amministrazioni comunali, con l’obiettivo di certificare le superfici a pascolo permanente gestite dai malgari concessionari. Inizialmente il soggetto Gestore è stato individuato nel Biodistretto, il quale ha iniziato a sviluppare con la consulenza dell’Organismo di Certificazione l’articolato Sistema di Controlli Interni. In seguito, a causa dell’assenza di personalità giuridica del Biodistretto, il ruolo di soggetto Gestore è stato identificato nell’Unione Montana Spettabile Reggenza dei Sette Comuni. Essa ha nominato e formato gli Ispettori Interni che hanno effettuato i controlli annuali su tutti i membri del gruppo, verificando e documentando la conformità alla normativa. Durante Agosto 2023 è stata finalmente rilasciata la Notifica di Prima Attività con Metodo Biologico, che segna l’entrata delle 76 malghe nel percorso di certificazione comune con Valoritalia. A seguito del rilascio, l’Organismo di Certificazione ha provveduto alla verifica della documentazione prodotta e alle visite ispettive su un campione di 10 malghe.

La prima esperienza di Certificazione di Gruppo in Europa è in Veneto, nel territorio montano dell’Altopiano di Asiago in provincia di Vicenza. Come certificato da Valoritalia dal 20/11/2023 risultano in conversione biologica 4890 ettari di pascolo, pari a più del 65% della SAU totale dell’intero Altopiano. Un risultato eccezionale, che di sicuro favorirà lo sviluppo socio-economico di quest’area garantendo, allo stesso tempo, un’alta qualità ambientale. AIAB Veneto fa i complimenti a tutti gli Agricoltori, Tecnici ed Enti coinvolti in questo progetto per questo importante risultato e augura i migliori sviluppi futuri!

In conclusione, non dobbiamo dimenticare le difficoltà nell’ottenere la Certificazione di Gruppo in filiere agricole già costituite o nuovi gruppi che la ambiscono. La rigidità e la difficile applicabilità della norma a sistemi di produzione maggiormente diversificati, infatti, rischia di diventare un forte limite per il suo sviluppo futuro. La speranza di AIAB Veneto è che questo primo esempio metta in luce le principali problematiche e la loro risoluzione, consentendo di intraprendere nuovi progetti di Certificazione di Gruppo in altre realtà agricole.